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Corte Costituzionale: rinvia la decisione sull’adeguamento delle pensioni da oggi al 5 luglio 2016

La perequazione è il termine che identifica la rivalutazione della pensione in relazione all’inflazione. Esso è un meccanismo attraverso il quale l’importo della pensione viene adeguato all’aumento del costo della vita. Dopo la riforma Fornero tale perequazione veniva suddivisa in 3 fasce (l’adeguamento pensionistico avveniva per il 100% per le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo dell’Inps; 90% tra le tre e le cinque volte il trattamento minimo; e 75% per i trattamenti superiori a cinque volte il minimo).

Inoltre, dal 1 gennaio 2012 (art. 24, comma 25, del D.L. 201/2011) veniva disposto il blocco, per il biennio 2012/2013, per le pensioni che erano di importo superiore a tre volte il trattamento minimo dell’Inps (cioè fino all’importo netto di €1.216,00).  Successivamente, con la Legge n. 147/2013 (Finanziaria Letta), è stato tentato un sistema di rivalutazione delle pensioni.

Tuttavia, come noto, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 70 del 30 aprile 2015, ha sancito l’incostituzionalità di tale disposizione. Precisamente, ha dichiarato incostituzionale il blocco biennale della rivalutazione delle pensioni fin dalla legge Fornero.

Successivamente, il Governo, per accogliere la censura della Consulta, con l’art. 1, comma 1, del Decreto Legge n. 65/2015 è intervenuto sul sistema ritenuto illegittimo, prevedendo una parziale maturazione della perequazione delle pensioni bloccate.

Ebbene, oggi la Corte Costituzionale doveva decidere, nuovamente, sulla incostituzionalità delle norme sull’adeguamento parziale delle pensioni previsto dalla legge n. 147/2013 (Finanziaria Letta) e dal D.L. n. 65/2015 (che in parte ha confermato la Legge n. 147/2013).

La discussione, però, è stata rinviata al 5 luglio 2016. La Consulta dovrà, quindi, decidere sulla violazione dei principi di uguaglianza; lesione del principio di capacità contributiva; violazione del principio della proporzionalità ed adeguatezza della retribuzione; violazione degli obblighi internazionali derivanti dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo.

Vedremo la decisione.

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