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La richiesta di dilazione al Riscossore, NON è prova di notifica

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 12735 del 26 giugno 2020, ha confermato che la richiesta di dilazione (nonché la sua accettazione) non è prova della notifica delle cartelle oggetto di tale rateazione, nonché non è acquiescenza al debito da far interrompere la prescrizione.

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La fattispecie oggetto dell’ordinanza

Una società di capitali chiedeva la cancellazione di debiti di diverse cartelle di pagamento tramite l’impugnazione di estratti di ruolo.

La CTP e poi la CTR davano ragione alla Società cancellando le cartelle.

La CTR accoglieva le ragioni della contribuente, in particolare:

L’Agenzia delle Entrate e l’Agente della Riscossione ricorrevano in Cassazione per la riforma della sentenza della CTR. LA società non si costituiva perché, nel frattempo, è fallita.

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La decisione della Suprema Corte sulla dilazione

La Cassazione accoglieva il ricorso delle parti pubbliche, ma sul punto della dilazione confermava il proprio orientamento in riferimento alla interruzione della prescrizione e sulla prova della notifica.

Sulla dilazione e la non prova della notifica della cartella

Sulla dilazione e la non interruzione della prescrizione

Tale principio è confermato dalla Cassazione anche in precedenti pronunce:

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