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Corte Costituzionale: non fondate le censure sullo “Stop degli sfratti”

La Corte Costituzionale, con il comunicato del 20 ottobre 2021, pubblicato nel sito ufficiale della Corte, ha precisato che non sono fondate le questioni di illegittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Trieste in relazione alle normative, cosiddette, “proroga degli stratti” emanate in periodo d’emergenza Covid.

Scarica qui il comunicato ufficiale:

Precisamente, il Tribunale di Trieste ha sollevato dubbi di costituzionalità degli artt. 13, co. 13, D.L. n. 183/2020 (convertito con modifiche dalla Legge n. 21/2021), perché in contrasto con le norme 3, 24, 42, 47 e 77 della Carta Costituzionale. Tale norma era relativa allo “stop” degli sfratti per morosità (si veda la News del 7 maggio 2021).

Per la Consulta, l’art. 13, co. 13, del D.L. n. 183/2020, non è una norma sproporzionata e irragionevole, sia sotto il profilo della disparità di trattamento, che sotto quello della ragionevolezza.

Tale atto è frutto di una scelta legislativa ed è spronata dalle esigenze particolari dell’emergenza ed è stata attivata in modo progressivo seguendo l’attenuarsi della pandemia.

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Per ragioni di completezza si ricorda che sempre la Consulta, con la Sentenza n. 128/2021, aveva già dichiarato incostituzionale il comma 14 dello stesso art. 13 del D.L. n. 183/2020. Si riporta il testo del comma dichiarato in costituzionale:

14. All’articolo 54-ter, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, le parole “fino al 31 dicembre 2020” sono sostituite dalle seguenti: “fino al 30 giugno 2021”.

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