Integrativa, ecco i termini

L’invio di una dichiarazione integrativa ha diversi termini a seconda del motivo della modifica della dichiarazione dei redditi. La sentenza n. 10415/2024 della Cassazione mette un po’ di ordine.

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La fattispecie

Il Contribuente impugnava una cartella di pagamento, ex art. 36 bis DPR n. 600/1973.

Oggetto di tale cartella era rettifica eseguita dal contribuente alla sua dichiarazione dei redditi tramite una successiva dichiarazione integrativa (si veda anche la News del 12/10/2018)

I Giudice di merito davano, entrambi, ragione al Contribuente annullando la cartella precisando che era corretto l’invio della dichiarazione integrativa entro i 4 anni dalla presentazione della prima dichiarazione, per l’utilizzo in compensazione del credito IRAP.

Avverso la pronuncia di secondo grado l’ADE si è rivolta alla Cassazione.

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La Cassazione ha accolto il ricorso di ADE annullando la sentenza e, richiamando la Cass SS. UU. n. 13378/2016, ha stabilito che “in caso di errori o omissioni nella dichiarazione dei redditi in danno del contribuente, la dichiarazione integrativa per la loro correzione deve essere presentata, ex art. 2, comma 8.bis, del DPR n. 322 del 1998, non oltre il termine di presentazione della dichiarazione riguardo il periodo d’imposta successivo, portando in compensazione il credito eventualmente risultante. In caso di avvenuto pagamento di maggiori somme rispetto a quelle dovute, il contribuente, indipendentemente dal rispetto del suddetto termine, può in ogni caso opporsi, in sede contenziosa alla maggior pretesa tributaria dell’Amministrazione finanziaria, senza però poter opporre in compensazione tali somme alle maggiori pretese di quest’ultima, e può chiedere il rimborso entro il termine di quattro anni dal versamento, ai sensi dell’art. 38 del DPR n. 602/1973” (Cass. n. 10415/2024)

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I termini per l’integrazione della dichiarazione dei redditi.

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